L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina definita da sforzo, quando si hanno perdite in seguito ad aumenti di pressione addominale (tosse, starnuti, ecc…) e da urgenza, quando si presenta lo stimolo impellente di urinare e non si riesce a trattenere la pipì.
Le due forme possono coesistere e allora si parlerà di forma mista.
Si stima che colpisca 200 milioni di persone nel mondo1, in particolar modo le donne, con una prevalenza che varia dal 15% al 55%2.
Nelle donne solitamente compare dopo una gravidanza o in menopausa ma possono soffrirne anche coloro che svolgono sport ad alta intensità (es. corsa, crossfit, etc …).
Negli uomini spesso compare dopo intervento alla prostata (prostatectomia radicale o resezione transuretrale della prostata).
Una debolezza o un danno a carico della muscolatura deputata alla continenza può essere la causa del problema.
Immagina che la tua vescica sia una peretta di quelle che vengono usate per i clisteri, riempita di acqua. Se la capovolgi, l’acqua uscirà fuori.
Per arrestare il flusso ci sono due possibilità:
- strozzare la cannula;
- tappare la cannula dal basso.
Questi due sbarramenti rappresentano lo sfintere uretrale ed i muscoli del pavimento pelvico.
Se questi muscoli però sono deboli, danneggiati o non vengono reclutati correttamente si avranno perdite.
È qui che entra in gioco la riabilitazione del pavimento pelvico.
La riabilitazione è un processo di rieducazione il cui obiettivo è quello di ripristinare o migliorare una funzione danneggiata attraverso la presa di coscienza, il rinforzo e il controllo dei muscoli perineali.
Grazie alla riabilitazione del pavimento pelvico:
- non perderai più urina quando fai sforzi;
- riuscirai a trattenere la pipì il tempo necessario a raggiungere il bagno senza bagnarti;
- non avrai più bisogno di usare pannolini o altri ausili per la continenza.
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